Il Sentiero di San Corrado

Dall’eremo di S. Corrado, fuori le mura, a Noto Antica.
Si ipotizza che questo sia il sentiero percorso dal frate Corrado Confalonieri dal suo luogo di eremitaggio alla chiesa del Crocifisso in Noto antica.

Focus:

Ore 8 30 Sede del CAI

Difficoltà: E

Equipaggiamento: consigliato: pantaloni jeans, scarponi da trekking, cappellino, bastoncini da trekking

Direttori:

A.E. G. Scribano cell. 3289176958

Programma Completo

Il Sentiero di San Corrado

Domenica 23 Ottobre

Partenza: alle 8,30 dalla sede CAI.
Rientro.: alle17. 00
Pranzo: a sacco
Percorsi: carrarecce, sentieri, guadi.
Difficoltà: E (escursionisti)impegnativa. Equipaggiamento consigliato: pantaloni jeans, scarponi da trekking, cappellino, bastoncini da trekking.
Tempo di percorrenza 5 ore circa
Dislivello: salita m 600 – discesa m500 .
Non sono presenti lungo il percorso punti d’acqua
I posti: Noto antica, distrutta dal terremoto del gennaio 1693 e le cave che solcano l’altopiano Ibleo. Qui visse Corrado Confalonieri, nobile piacentino nato a Calendasco nel 1290; fu un terziario francescano, penitente e pellegrinò attraverso l’Italia fino a fermarsi a Noto Antica. Per un certo periodo qui visse e si adoperò per la sistemazione dell’ospedale di San Martino vivendo nelle celle ro bbagghiu ro castiedu. In seguito si ritirò in eremitaggio in località Pizzoni, precisamente in una cava che oggi porta il suo nome, la Cava di San Corrado, dove si dedicò alla preghiera. Qui vi costruì un eremo e coltivò un orto per il suo sostentamento. Ogni venerdì si recava dal suo eremo alla Chiesa del Crocifisso in Noto Antica. Morì in preghiera nel suo eremo nel mese di febbraio del 1351. Partendo dall’Eremo faremo il percorso di Corrado Confalonieri, purtroppo tra le deturpazioni operate nel territorio negli ultimi decenni.
Come arrivarci: in auto da Ragusa, in direzione Giarratana, Palazzolo Acreide, S. Corrado fuori le mura (fraz. di Noto)
Il percorso: dal piazzale antistante all’eremo, una mulattiera coperta dalla vegetazione, sale ripida e porta in C. da Lenzavacche, da dove, per un intrigo di viuzze, frutto di un’urbanizzazione selvaggia, si va su un sentiero che scende al fianco del colle giù nella valle di Santa Chiara dove si guada per portarci sull’altro versante. Si risale per arrivare alla parte più settentrionale della C.da Lenzavacche. Da qui per un pianoro che si percorre in direzione Ovest ci si porta nella Cava Pirraro. Per una mulattiera si scende fino al greto del fiume. Si guada e si risale per un sentiero ricavato su uno sperone roccioso che sale di quota fino a raggiungere una scalinata scavata nella roccia. La scala dei porci. Per questa scalinata si supera il notevole dislivello, e si arriva al piano di Cugno Vasco. Attraverso dei prati in direzione Ovest si arriva a un’antica carrareccia che si percorre in direzione N/O fino ad arrivare alla porta della Montagna di Noto Antica. Il percorso si svolge attraverso sentieri (poco percorsi e pertanto a volte piuttosto inerbiti) e carrarecce che attraversano l’altopiano e le “cave” che lo incidono effettuando diversi guadi dei rispettivi torrenti. La cornice ambientale entro cui si articola il percorso è piuttosto suggestiva per la ricchezza paesaggistica, faunistica e floristica offerta dal sistema delle cave iblee .
Il percorso lungo il corso d’acqua è caratterizzato da una ricca vegetazione ripariale costituita da platani, salici, frassini. Sui versanti delle cave invece troviamo una densa macchia mediterranea costituita da lecci, lentischi, olivastri, ginestra spinosa, cisti.